martedì 31 luglio 2018

Paccheri ripieni di radicchio e stracchino 

Nelle mie innumerevoli ricerche, tra ricettari cartacei e siti internet di food-blogger più o meno famose, ho preso spunto per la realizzazione del primo piatto che vi propongo oggi.



Photo by Elena Bini ©

La mia rivisitazione consiste nell’utilizzo dello stracchino al posto dei meno amati ricotta e gorgonzola.

Potete scegliere se utilizzare latte, stracchino e besciamella tradizionali o, come ho fatto io, senza lattosio. Sicuramente quest’ultimo preferibile se ci sono intolleranze, ma ottimo anche per chi intolleranze non ne ha..privo di lattosio è sicuramente più leggero e quindi più facilmente digeribile per tutti.

Ingredienti

  • 300g paccheri di gragnano
  • 1    radicchio lungo
  • 200g stracchino
  • 3   cucchiai di latte
  • 200g besciamella
  • olio evo
  • sale
  • pepe
  • noce moscata q.b.
  • parmigiano a piacere
  • pan grattato q.b.

Procedimento

 

Photo by Elena Bini ©

Per prima cosa tagliate il radicchio a listarelle e dopo averlo lavato fatelo appassire in padella con poco olio. 

Salate e pepate a piacere. Aggiungete un mestolo di acqua se vedete che in cottura si prosciuga troppo. In un pentolino a parte fate sciogliere lo stracchino nel latte a fuoco basso.

In una ciotola mettete il radicchio appassito, la “crema” di stracchino e una spolverata di noce moscata.
Mescolate il tutto.

Portate a bollore l’acqua per la pasta e cuocete i paccheri facendo attenzione a scolarli a metà cottura.

A questi punti riempite i paccheri con la salsa di radicchio e stracchino e disponeteli su una teglia precedentemente imburrata.



Photo by Elena Bini ©

Consiglio: se vedete che alcuni paccheri si sfaldano in cottura non preoccupatevi; potete sminuzzarli e aggiungerli a quelli farciti. Andranno a riempire gli spazi vuoti.

Aggiungete, infine, la besciamella e spalmatela bene sopra ai paccheri. Se volete potete aggiungere una grattugiata di parmigiano. Coprite il tutto con il pan grattato ed infornate a 180° (forno già caldo) per 20 minuti circa.



Photo by Elena Bini ©

Se volete anticiparvi con i tempi e preparare la teglia di paccheri per il giorno successivo è consigliabile fermarsi all’aggiunta della besciamella. Il giorno successivo aggiungerete il pan grattato e procederete con la cottura. Questo per evitare che la pasta si secchi troppo.



Photo by Elena Bini ©

lunedì 30 luglio 2018

Le fluffose: a lezione con Valentina Cappiello 

Un bellissimo incontro quello con la cake designer Valentina Cappiello allo store Scavolini di SienaCo-autrice del libro “Le Fluffose” insieme a Monica Zacchia, è una delle food-blogger più famose del web. Già incontrata a Bologna per la presentazione del libro (vedi articolo nella sezione Eventi)  è sempre un piacere imparare da lei!



Photo by Elena Bini ©

L’evento fa parte di una serie di incontri che iFood ha organizzato insieme a Scavolini nelle “cucine più amate dagli italiani”. 


 Photo by Elena Bini ©

Circondati dalla collezione Scavolini, nell’atmosfera familiare del focolare, il fulcro dove ruota la famiglia, gli esperti ci mostrano come poter creare piccoli capolavori culinari.
 
Appassionata di dolci e food blogger non potevo mancare all’occasione.

Le Fluffose

Valentina Cappiello ci ha mostrato come realizzare una torta fluffosa. Ma che cos’è la Fluffosa? Dal termine inglese “fluffy”, è una torta soffice come una nuvola. 

Nota anche come chiffon-cake e realizzabile in mille varianti è adatta per la colazione ma non solo. Grazie alle decorazioni che la ricoprono è adatta come torta di compleanno per i bambini ed è un vero idillio per gli occhi!



Photo by Elena Bini ©





Photo by Elena Bini ©

Realizzazione

A differenza della Angel cake che è soltanto a base di albumi, la torta fluffosa è a base di albumi e tuorli. 

Con semplici ingredienti Valentina ha realizzato una fluffosa vaniglia e mandorle ispirandosi alla primavera.

Per prima cosa Valentina ci ha mostrato la lavorazione separata degli ingredienti secchi e di quelli liquidi, per poi riunirli assieme. La ricetta completa la trovate a questo indirizzo.




Photo by Elena Bini ©




Photo by Elena Bini ©


Per realizzare questo tipo di torta è necessario uno stampo particolare, lo stampo da chiffon cake. Disponibile in diverse misure, ha la peculiarità di avere dei “piedini” che servono, una volta cotta la torta e capovolto lo stampo, a far scendere la torta autonomamente. Solo così conserverà la caratteristica fluffosità.


Photo by Elena Bini ©





Photo by Elena Bini ©




Photo by Elena Bini ©

Decorazione

Per la decorazione ha utilizzato una crema chantilly aromatizzata alla vaniglia, alla quale ha aggiunto del colorante in piccolissime dosi.



Photo by Elena Bini ©



Photo by Elena Bini ©



Photo by Elena Bini ©

Ci ha spiegato come ottenere un “effetto marmorizzato” del colore, per dare un tocco in più alle nostre torte. Anche il pubblico è stato coinvolto nella realizzazione e nella decorazione. Con il materiale ispirato alla Pasqua,grandi e piccini hanno portato a compimento le due torte fluffose colorate.


Photo by Elena Bini ©

Alla fine il momento più atteso:  l’assaggio!
Con la sua bravura Valentina Cappiello è riuscita sia ad incantare gli occhi che a soddisfare il palato.



Photo by Elena Bini ©


Photo by Elena Bini ©



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Risotto con radicchio variegato e limone biologico 



Photo by Elena Bini ©
 
Oggi voglio introdurvi la mia ricetta così. Da appassionata di food-photography quale sono non ho resistito a questo radicchio variegato. Da quanto è bello assomiglia a una rosa, una splendida rosa che sta sbocciando. Le parole a volte sono di contorno, basta un’immagine.

Appena ho visto questo radicchio così particolare sul banco del supermercato ho iniziato a farmi “film” su quale piatto realizzare. Pensavo ad un piatto che valorizzasse questo radicchio ma che fosse anche estivo, fresco. Un riso integrale, un radicchio variegato e la freschezza del limone biologico. Il gioco è fatto!

Ingredienti

  • 250g riso integrale
  • 1 radicchio variegato
  • 2 limoni biologici
  • acqua
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

Procedimento

 

Photo by Elena Bini ©

Per prima cosa mettete a bollire un pentolino d’acqua che ci servirà per portare a cottura il riso. Tagliate poi il radicchio variegato e lavatene accuratamente ogni parte. Nella risottiera, o comunque in una pentola antiaderente, fate appassire il radicchio in poco olio extra vergine d’oliva. Salate e pepate q.b.

Per una buona cottura usate il coperchio e mantenete la fiamma bassa.


Photo by Elena Bini ©

Quando il radicchio sarà appassito buttate il riso. Io ho scelto quello integrale ma potete optare per il riso bianco. A me piace il sapore del riso grezzo affiancato alla freschezza del limone!

Fate tostare il riso per qualche minuto girandolo con un mestolo possibilmente di legno. Iniziate quindi a buttare a poco a poco l’acqua in ebollizione. Non buttate ulteriore acqua fino a che tutta quella nel riso non sarà completamente assorbita. In questa fase aggiustate di sale se necessario.


Photo by Elena Bini ©

In circa 20 minuti il vostro risotto sarà pronto! Una volta cotto grattugiatevi la buccia dei limoni biologici. Attenzione, accertatevi che la buccia sia edibile e cercate limoni da agricoltura biologica.


Photo by Elena Bini ©

Lasciate il risotto coperto per qualche minuto, infine impiattate. È buonissimo anche freddo!


Photo by Elena Bini ©

                         
        Photo by Elena Bini ©

domenica 29 luglio 2018

Pizza.. di anguria!

Tutti sono ghiotti di pizza ma può esserci l'inganno! Se avete ospiti e volete sorprenderli con un piatto particolare fate trovare in tavola un cartone di pizza aperto con dentro.. spicchi di anguria! 


 Photo by Elena Bini ©

D'estate l'anguria è uno dei frutti più richiesti e dissetanti, oltre a far bene alla salute come vedremo a breve. Perciò, per una volta, diminuiamo i carboidratI e potenziamo le vitamine.

Ingredienti (per uno spicchio)

  • spicchio di anguria
  • 1 pesca
  • 1 kiwi
  • 3 ciliegie
  • meringhette

Procedimento

Tagliate l'anguria in sezione orizzontale come vi mostro in foto.


  Photo by Elena Bini ©

Da una fetta ricavate uno spicchio facendo in modo che la buccia rimanga opposta alla punta.

Posizionatela su un piatto da portata e decoratela. Io ho usato pesca,kiwi,ciliegie e meringhette. Lavate e tagliate a fettine la frutta e posizionatela sulla fetta come più vi piace. Potete usare anche altri tipi di frutta in base alla stagionalità o al gusto personale.


 Photo by Elena Bini ©

Il colore rosso dell'anguria ricorda il pomodoro, i colori della frutta ricordano la pizza capricciosa e le meringhette danno il tocco finale della mozzarella.
Una "pizza" che sarà frutta ma anche dessert.


 Photo by Elena Bini ©

Troppa frutta può far ingrassare?

La frutta contiene tanti zuccheri tra i quali il fruttosio. Questo zucchero si converte velocemente in grasso e se si esagera nel consumo può farci aumentare di peso. Quindi, al contrario di ciò che molti pensano, è bene non eccedere.

Consumando 2 o 3 frutti al giorno, invece, fa bene alla salute in quanto aumenta la produzione di acido urico, potente antiossidante.

La frutta acquosa, come l'anguria, le ciliegie ed il kiwi, è meno calorica pertanto ci si può concedere più spesso rispetto a banane, uva o mandarini.

Il rosso dell'anguria è sintomo di presenza di carotenoidi. Pigmenti naturali importantissimi contrastano l'invecchiamento cellulare provocato dal sole in questo periodo dell'anno. Uno dei carotenoidi più efficaci è il licopene, di cui l'anguria è ricchissima.


 Photo by Elena Bini ©

mercoledì 25 luglio 2018

Gli gnudi 
Cercate un piatto tipico della tradizione toscana e che sia legato alla cucina rustica? Gli “gnudi” è il piatto che fa per voi.

La forma ricorda quella delle polpette, ma di carne nemmeno la traccia. Si tratta di un impasto di ricotta e spinaci e prende il nome dal termine toscano “gnudo”, ovvero “nudo”, in quanto si prepara senza rivestimento. In poche parole è una pasta fatta in casa!



Photo by Elena Bini ©

 Ingredienti


  • 400g spinaci
  • 200g ricotta
  • 1 uovo intero
  • parmigiano q.b.
  • noce moscata q.b.
  • 50g farina 00
  • pan grattato q.b.
  • sale
  • pepe

Procedimento


Per prima cosa occupatevi degli spinaci. Potete decidere di utilizzare quelli freschi o quelli già cotti e pronti all’uso. Nel primo caso lavateli e tagliateli per avere foglie sottili. Cuoceteli in poca acqua salata. Fate in modo che tutte le foglie siano immerse in acqua spingendole di tanto in tanto giù con un mestolo. Quando saranno cotti scolateli e strizzateli per eliminare l’acqua in eccesso.



Photo by Elena Bini ©


A questo punto unite in una ciotola capiente gli spinaci e la ricotta e amalgamateli bene. Quando saranno ben omogenei aggiungete l’uovo (potete sbatterlo precedentemente), poca noce moscata, un pizzico di sale, un pizzico di pepe e la farina. Alla fine mettete il parmigiano (la quantità varia in base ai gusti personali) e poco pan grattato.



Photo by Elena Bini ©


Amalgamate con una forchetta tutti gli ingredienti e poi, con l’aiuto di un cucchiaio, iniziate a formare le palline. Non devono essere ne piccole ne esageratamente grandi. Optate per una media grandezza.

Proseguite fino ad esaurire gli ingredienti.



Photo by Elena Bini ©


 Photo by Elena Bini © 


Adesso fate bollire 7-8 palline per volta in abbondante acqua. Personalmente ho deciso di non salarla vista la quantità di sale già usata nell’impasto.



Photo by Elena Bini ©


Vi accorgerete che saranno cotti quando uno per uno verranno a galla. Potete quindi prelevarli con una schiumarola e adagiarli su un piatto con carta assorbente per trattenere l’acqua di troppo. Quando tutti saranno cotti disponeteli in una pirofila  e conditeli come meglio preferite. Io ho scelto il classico ed intramontabile sugo al pomodoro.



Photo by Elena Bini ©


Infornate a 120°C per 10 minuti e scaldate il tutto. Gli gnudi sono buonissimi anche freddi, mangiati il giorno dopo!



Photo by Elena Bini ©

martedì 24 luglio 2018

Sapore di... limone

Dopo un periodo di pausa torna la rubrica “Sapore di…” e oggi ci occuperemo di limoni.

Il nostro corpo è protagonista di stress e stanchezza dovuti proprio ai processi biochimici che preparano organi e tessuti a cambiamenti di vario tipo. Per questo motivo ci devono venire in aiuto alcuni alimenti che con vitamine e minerali mantengono attive le nostre difese e ci ricaricano di energia.

Il superalimento


Il limone è l’agrume più coltivato, l’India detiene il primato con il 16% della produzione mondiale. I suoi acidi organici, l’acido citrico (o acido ascorbico, cioè la vitamina C) e l’acido malico, grazie ad una reazione chimica che porta alla produzione di bicarbonati e carbonati, combattono l’azione dei succhi gastrici e alleviano i bruciori e i dolori di stomaco. Bicarbonati e carbonati sono infatti anti-acidi.

Disponibile tutto l’anno, è fondamentale perchè con la fine della stagione fredda anche lo stomaco è più sensibile all’azione dei succhi gastrici.




                        Photo by Elena Bini ©


La vitamina C abbassa il colesterolo “cattivo”, ossia quello che ostruisce i vasi sanguigni. Di contro, fa aumentare il colesterolo buono che invece ripulisce le arterie.

Perchè fa bene alla salute?


Gli acidi organici sono contenuti nel succo, ma quello che non tutti sanno è che è benefica anche la buccia!





                          Photo By Elena Bini ©


La parte gialla della buccia, chiamata flavedo, è ricca di fibre. Contiene carotenoidi e flavonoidi, potenti antiossidanti che ritardano l’invecchiamento cellulare. Se il frutto è bio il flavedo è commestibile e ha un’azione diuretica, digestiva e anti sovrappeso.



                         Photo by Elena Bini ©


La parte bianca, chiamata albedo, è anch’essa ricca di fibre e contiene principi amari ed enzimi. Le foglie contengono oli essenziali e si rivelano calmanti  in presenza di insonnia, stress e mal di testa.

Curiosità


Gli antichi egizi usavano il limone come cibo, medicina e cosmetico. Lo ritenevano sacro e quindi lo offrivano agli dei. L’olio essenziale estratto veniva usato nel processo di imbalsamazione. I greci importavano i limoni dalla Persia e proprio per la loro provenienza vennero chiamati “pomi della Media“. I romani ne stimavano le varie proprietà oltre alla bellezza del frutto.




lunedì 23 luglio 2018

Pesto di zucchine, gamberi e fichi neri 

Qualche giorno fa cercavo ispirazione. Un piatto di pasta sicuramente, ma volevo condirla con qualcosa di diverso dal solito. Utilizzare i fichi neri? Perchè no!

Apro il frigo e vedo le zucchine del mio orto e i fichi comprati il giorno prima. Cosa avreste fatto voi al posto mio? Quello che ho pensato io ve lo scrivo subito.




Photo by Elena Bini ©

Ingredienti

3 zucchine
rucola q.b.
pinoli
parmigiano q.b.
1 peperoncino
3 spicchi d’aglio
olio evo
200 g gamberi
2 fichi neri
sale q.b.
400g pasta lunga


Procedimento


Come prima cosa occupiamoci del pesto di zucchine e rucola. Grattugiate le zucchine utilizzando una grattugia a fori larghi dopo averle lavate ed asciugate bene.

In un mixer aggiungete alle zucchine grattugiate qualche ciuffo di rucola, una manciata di pinoli, 2 agli, il peperoncino, abbondante olio evo per rendere il pesto cremoso e parmigiano q.b. in base al vostro gusto. Ricordate che dovrete utilizzare i gamberi, pertanto non abbondate troppo con il formaggio, giusto quel tanto che basta a dare sapore.




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Adesso occupiamoci dei gamberi. Io ho utilizzato quelli congelati, già sgusciati ed eviscerati. Poneteli in una padella con un giro d’olio evo e uno spicchio d’aglio fatto a pezzettini. Fateli cuocere a fiamma moderata. Salateli.




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Quando saranno cotti, aggiungete la polpa di due fichi neri a cui avrete tolto la buccia. Mescolate e dopo due minuti spengete il fuoco.



Photo by Elena Bini ©


Non vi resta che cuocere la pasta e mettere insieme tutti gli ingredienti. Personalmente con il pesto preferisco la pasta lunga ma potete scegliere quella che più vi piace.

In una ciotola mettete il pesto allungando con un po’ d’acqua di cottura. Vi aiuterà a mantenere la pasta cremosa e non asciutta. Scolate la pasta ed amalgamatela al sugo. Infine aggiungete gamberi e fichi ed il vostro piatto è pronto!



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Impiattate e decorate a piacere. Io ho utilizzato il fico a spicchi e gamberi interi.

domenica 22 luglio 2018

Insalata di finocchi e salmone affumicato

Avete presente quando avete ospiti e non sapete cosa preparare come antipasto? Ecco la soluzione!

Un bel vassoio di salmone affumicato su letto di finocchi. Cosa rende questo piatto speciale? I sapori che si sposano perfettamente. Potete prepararlo come antipasto o come piatto unico accompagnandolo con pane integrale. Veloce da preparare, è ideale da portare in spiaggia invece della solita pasta fredda.


Ingredienti (per 2 persone)


  • 250 g salmone affumicato
  • 1 finocchio
  • ciuffi di finocchio
  • 1 limone
  • sale
  • pepe
  • olio evo 

Preparazione


Pulite il finocchio togliendo i gambi verdi ma facendo attenzione a mettere da parte i ciuffi. Privatelo delle foglie più esterne.



Photo by Elena Bini ©


Affettatelo con una mandolina oppure con un coltello se volete sezioni più spesse. In alternativa potete tagliarlo seguendo la sezione come in foto.



Photo by Elena Bini ©

Lavate le fettine ottenute e preparate poi un’emulsione di olio,sale,pepe e succo di limone. Prendete i ciuffi messi da parte e tritateli con la mezzaluna o con un coltello. Aggiungeteli all’emulsione.



Photo by Elena Bini ©

Disponete adesso su un piatto o vassoio da portata i finocchi e unite sopra una parte dell’emulsione.



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Adagiatevi sopra le fette di salmone affumicato e chiudete con la parte restante dell’emulsione.



Photo by Elena Bini ©
La vostra insalata è pronta!



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Il finocchio


Come tanti già sapranno il finocchio ha proprietà depurative e digestive. Evita la formazione dei fastidiosi gas intestinali e contiene anetolo che agisce sui dolori addominali. Il finocchio è principalmente composto da acqua e sali minerali. Il più abbondante è il potassio. Contiene Vitamina A, Vitamina C e Vitamine del gruppo B.

In pochi però sanno che il finocchio è consigliato alle donne in allattamento perché rende più gradevole il sapore del latte. E sapete da dove deriva il termine “infinocchiare”? Il finocchio altera le papille gustative ovvero dopo aver mangiato il finocchio tutto sembra più dolce. Questo effetto era usato dall’oste che nella taverna lo offriva per nascondere il sapore del pessimo vino servito.