venerdì 8 settembre 2017

Sapore di...sale 

Per chi si fosse perso la prima uscita Sapore di…grano, può ancora rimediare e seguirmi oggi in Sapore di…sale

Esattamente come la famosa canzone ma parliamo di tutt’altro. Alimento cardine nella nostra cucina e protagonista di diverse diatribe sociali.

La storia


Il suo uso ha origini antichissime. Diecimila anni fa, nel Neolitico, la nascita dell’agricolura modificò profondamente lo stile di vita dell’uomo che da nomade si fermò stabilmente.

Nacque, quindi, la necessità di conservare le derrate alimentari deperibili, come carne o pesce, ed ecco che entrò in scena il sale. L’unica eccezione riguarda gli eschimesi che potevano utilizzare il ghiaccio che li circondava.


La storia dei popoli dell’area mediterranea si identifica con la storia di questo alimento, ritenuto più prezioso dell’oro. Chiamato, infatti, oro bianco, sappiamo che le “vie del sale” costituivano le strade commerciali dell’antichità e questo commercio è stato alla base delle politiche e speculazioni economiche per millenni.


Da notare l’importanza di questo alimento, che è entrato attivamente anche nel nostro linguaggio quotidiano; basti pensare alla parola “salario“, che deriva proprio dall’usanza antica di pagare con il sale.




Prestare attenzione


Tutti sappiamo che ridurne il consumo è difficile. Ne sono consigliati 5-6 grammi al giorno.

È importante, ma non tutti ne sono a conoscenza, non eliminarlo del tutto dalla dieta! Il cloruro di sodio è necessario per la vita proprio come l’acqua. 

Mantiene l’equilibrio dei liquidi nel nostro corpo e permette la trasmissione degli impulsi nervosi. Senza il suo utilizzo arriveremmo alla disidratazione, soprattutto adesso che è estate. Più il clima è caldo, più perdiamo acqua attraverso il sudore e più abbiamo bisogno di sale.


La concentrazione nel sangue deve rimanere costante altrimenti ogni funzione può essere interrotta.

Bisogna fare attenzione, però, anche a non mangiarne troppo per non incorrere in ipertensione e patologie cardiovascolari con danni a cuore, cervello, retina e rene. L’eccesso provoca l’escrezione renale di calcio che porta all’osteoporosi.

Sali dal mondo


Tra i diversi tipi esistenti vorrei soffermarmi su quelli che prendono il nome dal luogo d’origine.


Il sale marino integrale non contiene cloruro di sodio ma anche altri sali, tra cui quello di iodio, che aiutano a prevenire una patologia tiroidea tipica delle zone lontane dal mare. Per questo è il più adatto da utilizzare.

Il sale:


  • Rosa dell’Himalaya: totalmente privo di sostanze inquinanti.
  • Nero di Cipro: al quale viene aggiunto un mix di spezie come coriandolo, paprika, curcuma, zenzero, cumino, noce moscata, pepe di cayenna e chiodi di garofano.
  • Rosso delle Hawaii: che prende il nome da un’argilla rossa che gli conferisce il colore per la presenza di ossido di ferro. Un grammo di questo sale contiene una quantità di ferro fino a cinque volte superiore a quella contenuta nel sale comune.
  • Blu di Persia: la cui colorazione  è dovuta alla silvinite, una variante del reticolo cristallino del sodio. Ha un sapore speziato.
© Photo by Elena Bini

Come limitare l’uso del sale?

L’ostacolo più arduo può essere il condimento delle insalate, piatto largamente consumato in estate.
Per cercare di limitarne l’utilizzo possiamo optare per :

  • olio extravergine d’oliva, succo di limone e curry in polvere
  • basilico e aglio tritati, pinoli e mandorle, tutto da far macerare in olio evo
  • semi misti, olio evo e aceto
  • erbe aromatiche tritate e succo di limone
Queste sono soltanto alcune idee che vi possono aiutare…largo alla fantasia!






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